RITORNO 6312
Carmelo Romeo
arteideologia raccolta supplementi
nomade n. 4 dicembre 2010
IL POVERO SIGNOR PEEL
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Un giorno Tullio Catalano arrivò con un frammento di pittura a olio su carta e un ritaglio di giornale (più che altro uno strappo di giornale) con un castello che usciva dal collo di una calda camicia a quadri, pesante e scozzese.
“Volevo farne un collage… forse così…”, e intanto mi  faceva vedere.

Poi tirò via: “Vabbè – disse -  pensaci tu.”
Io avevo fatto un disegnino per l’ultimo numero di AutTrib; come di una lumaca (gasteropode) con sulla groppa forse una roccia (di Sisifo?) che striscia dietro il piccolo bassorilievo di un castello (di Kafka?).
Ho ritrovato adesso queste cose in una fodera di plastica trasparente a cui si era aggiunta la buccia cerosa di un caciocavallo silano e un’etichetta di carta con stampato un numero a più cifre: 6312.
Forse mi era venuto naturale collocare di primo acchitto il frammento di pittura giusto all’altezza dello stomaco (insomma: una faccenda di pittura gastrica).
Ecco.
Tullio parlava spesso di somatizzazioni della pittura.
Una somatizzazione che però non si riferiva soltanto al proprio corpo. Riguardava il corpo degli altri.
Socializzazione delle somatizzazioni e precisioni oculistiche dello sguardo.
Oramai che l’incarico non può più essere revocato da chi l’aveva inflitto, questi due frammenti continuano a muoversi.
In cerca della loro ultima rifinitura.
Come  adesso,  precisamente, questa:
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